POSTED BY Guido Viola D.O. | Giu, 10, 2020 |
fecondazione aborto
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Quante volte nel mio lavoro mi sono imbattuto durante l’ anamnesi in domande del tipo:

– Prima gravidanza?

Questa domanda che ha un significato per la storia di quel paziente o bambino che ho davanti spesso cela risposte che se ci fermiamo a riflettere lasciano sempre un velo di melanconia.

A volte la risposta è:

– Ho avuto un aborto al primo, secondo, terzo mese ecc.

Questa frase mostra negli occhi dei genitori un velo di tristezza.

E quante volte questi genitori hanno sentito (a volte per rincuorarli o sdrammatizzare) frasi del tipo:

– “Dai che ora ne fai un altro sei ancora giovane”;

– “Meglio prima che dopo o un bambino con problemi”;

– “Pensa che era l’inizio e neanche se ne è accorto”.

nato morto

Come se quel cuore battente non abbia un’ anima o una vita propria.

E invece se ti metti nei panni di questa coppia leggi, percepisci un dolore che porteranno con loro probabilmente per sempre perché, nonostante la società tenda a correre, le fantasie su quell’esserino da coccolare ormai perduto scorrono lente nel vissuto di questi ormai ex genitori.

Diciamola tutta e chiaramente, perdere un figlio che sia a 1 mese, 6 mesi, 6 anni o 30 anni fa male.

Resta lo sconforto a farla da padrone, braccia che non potranno stringerlo e il sapere che quella vita “sangue del tuo sangue” non sarà mai vissuta.

Resta la tristezza di non vedere il primo sorriso sociale, il primo rotolo, la prima camminata e anche le prime cadute e relative corse in pronto soccorso per un bernoccolo per poi riderci sù.

Ci sarà il silenzio assordante in casa che riempirai con una musica ad alto volume, mancheranno i giochi per casa che riempirai con altro ecc.

Tutto questo porterà un vuoto che solo chi lo vive potrà capirlo, un dolore al petto che non è un infarto ma l’anima che abbraccia, stringe e piange nel cuore dell’ ormai ex genitore.

Quindi caro amico, familiare o conoscente dire frasi di circostanza pensando di alleggerire la situazione non aiuta, a volte vale più un abbraccio o mostrare rispetto e affetto che cercare di minimizzare quello che per ogni ex genitore è un lutto.

Pensate se ad un funerale di un figlio (vissuto) arrivasse un amico e vi dicesse – dai tanto ne puoi fare un altro oppure vabbè pensa che quei soldi potete spenderli in viaggi – la prima reazione sarebbe di disprezzo verso questa persona.

Questo accade esattamente anche se di quel bambino hai sentito solo il cuoricino battere.

E come ogni genitore di un non nato tutti ricominciamo, lottiamo e torniamo anche a sorridere, diventiamo più forti e maggiormente presenti alla vita, perché non dobbiamo più essere noi due coppia ma attraverso noi far vivere quel figlio mai avuto ma presente nel nostro corpo, cuore e mente.

Non siamo soli, non siete soli!!

TAGS : Famiglia Gravidanza lutto

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