POSTED BY wp_8118494 | Mar, 11, 2018 |
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Sempre più spesso sentiamo di Ospedali che aprono le porte all’ Osteopatia nei reparti di Neonatologia.

Siamo arrivati in pochissimo tempo a 25 ospedali italiani che hanno deciso di utilizzare questa nuova professione sanitaria nei propri reparti per migliorare la qualità delle cure dei bambini prematuri.

Questo perché i primi studi scientifici mostrano come, utilizzando l’osteopatia, vi sia una diminuzione dei tempi di degenza e un miglioramento delle funzioni vitali come ad esempio sul sistema nervoso centrale, sistema viscerale e polmonare.

Infatti, andando ad approfondire le prime ricerche pubblicate, si è visto che i bambini trattati con l’ osteopatia vengono dimessi circa quattro giorni prima avendo così un doppio beneficio.

Il primo consiste in un risparmio considerevole da parte del SSN e il secondo è che per una famiglia avere il proprio bambino a casa quattro giorni prima non è di poco conto, calcolando il dramma e le preoccupazioni che vivono queste famiglie.

Spesso, il concetto che passa nella concezione di un bambino prematuro, è che debba essere toccato il meno possibile ma questo non significa non avere nessun contatto, anzi il toccare un bambino attiva attraverso il tatto una maturazione del SNC e un miglioramento dei parametri vitali, per questo motivo l’accudimento abilitativo è fondamentale nella prematurità.

Studi recenti, (Slominski e Wortsman) pongono l’ accento su come la pelle sia un organo neuroendocrino capace di produrre ormoni (sia positivi che negativi).Il tocco delicato Osteopatico non può far altro che produrre ormoni positivi e quindi “preparare” il bambino ad essere più tollerante da grande e capace di gestire lo stress nel miglior modo possibile.

Inoltre, durante il trattamento Osteopatico, che utilizza manipolazioni “dolci”, verranno prodotti dal neonato numerosi ormoni tra cui            l’ ossitocina che è definito per eccellenza l’ ormone dell’ amore e della fiducia.

L’ osteopata va quindi a sfruttare il sistema ormonale,  al fine di armonizzare le strutture e di trasmettere, attraverso il tocco terapeutico, una informazione al SNC che in questi bambini appare spesso immaturo, contribuendo al miglioramento della qualità della vita.

Il bambino che nasce è indifeso e quindi, con le dovute accortezze, ogni informazione propriocettiva fornita sia dall’ osteopata che dalla famiglia, diventa una forma di accudimento necessaria al piccolo per “abilitarsi” al mondo.

Ad oggi sono 25 i reparti che ospitano osteopati sul territorio nazionale, presto saranno 30 poi 50 e spero che nei prossimi anni tutti i reparti di Neonatologia abbiano il proprio Osteopata all’ interno dell’equipe insieme ai terapisti, infermieri, medici e alle famiglie.

Buona Osteopatia a tutti

TAGS : Neonato Neonatologia Osteopatia Pretermine

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