Esiste una semplice formula matematica per calcolare quanto #latte deve prendere un #neonato in una giornata.
Svezzamento e autosvezzamento: guida pratica per iniziare sereni
Uno dei momenti più emozionanti (e anche spaventosi) per i genitori è l’inizio dello svezzamento. Dopo mesi di latte materno o artificiale, ecco che arriva il momento dei primi assaggi di cibo solido.
Ma come fare? Meglio il classico svezzamento con pappe e cucchiaini o l’autosvezzamento dove il bambino partecipa al pasto familiare?
La verità è che non c’è una regola assoluta: ogni famiglia può trovare il suo equilibrio.
Quando iniziare lo svezzamento?
Secondo l’OMS e la maggior parte delle società pediatriche, lo svezzamento inizia intorno ai 6 mesi.
Segnali che il bambino è pronto:
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Riesce a stare seduto con un minimo di stabilità.
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Ha perso il riflesso di estrusione (non spinge fuori con la lingua tutto ciò che entra).
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Mostra interesse per il cibo degli adulti.
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Coordina mani e bocca, portando gli oggetti alla bocca.
👉 Non tutti i bambini rispettano la stessa tempistica: alcuni sono pronti un po’ prima, altri qualche settimana dopo.
Svezzamento tradizionale
Il metodo classico prevede:
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Pappe preparate con brodo vegetale, cereali, e graduale introduzione di carne, pesce e legumi.
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Progressione lenta, inserendo un alimento nuovo ogni pochi giorni.
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Uso del cucchiaino, con la mamma o il papà che offrono il cibo.
Pro:
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Permette un controllo maggiore sulla quantità e sugli ingredienti.
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È consigliato se ci sono problemi di crescita o condizioni particolari.
Contro:
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Il bambino è più passivo.
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Talvolta si rischia di prolungare troppo il passaggio alle consistenze più solide.
Autosvezzamento
L’autosvezzamento, o “alimentazione complementare a richiesta”, consiste nel permettere al bambino di assaggiare i cibi della tavola familiare (ovviamente sani e non salati/conditi in eccesso).
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Il bambino prende in mano i cibi e li porta alla bocca.
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Decide da solo quanto mangiare.
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Condivide il momento del pasto con la famiglia.
Pro:
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Favorisce l’autonomia.
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Migliora la coordinazione motoria.
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Riduce il rischio di selettività alimentare.
Contro:
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Richiede più attenzione alla sicurezza (pezzi piccoli e rischio soffocamento).
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I genitori devono avere fiducia nei tempi del bambino.
Sicurezza prima di tutto
Indipendentemente dal metodo scelto, è importante:
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Offrire cibi tagliati in modo sicuro (es. stick di frutta e verdura).
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Evitare cibi a rischio soffocamento (noccioline, chicchi d’uva interi, pezzi duri).
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Mai lasciare il bambino da solo mentre mangia.
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Sedersi accanto a lui, mantenendo la calma.
Latte e svezzamento
Nei primi 12 mesi, il latte resta l’alimento principale. Lo svezzamento è un’aggiunta, non una sostituzione completa.
L’allattamento, materno o artificiale, continua a fornire nutrienti fondamentali e rappresenta una base rassicurante per il bambino.
Consigli pratici per iniziare sereni
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Scegli un momento tranquillo, senza fretta.
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Offri cibi semplici e naturali.
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Non forzare: se rifiuta, riprova un altro giorno.
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Dai l’esempio: mangiare insieme aiuta il bambino a imitare.
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Non avere paura della “sporcizia”: sporcarsi fa parte dell’apprendimento.
Conclusione
Lo svezzamento non è una gara a chi mangia prima di tutto o di più. È un viaggio fatto di scoperte, assaggi, sorrisi e anche qualche smorfia.
L’importante è che il pasto diventi un momento di condivisione e serenità familiare.
Che tu scelga pappe o autosvezzamento, ricorda: il cibo non è solo nutrimento, ma anche amore, relazione e fiducia.
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